venerdì 28 febbraio 2014

Prova di carico di un ambiente online

La prova di carico è un test fatto in genere piazzando un lavoro notevole su un mezzo per verificare se il sistema sopravvive, presenta appesantimenti, rallentamenti, ecc...
Nel caso di un engine, una prova di carico interessante può essere costituita da un ambiente CAD esteso di centinaia di Mb, eseguito in una pagina web od integrato nel blog.
In questo caso ho utilizzato una vecchia mappa di Google Earth del peso di circa 170 Mb in formato "obj" (circa 2 Gb di ram occupata in esecuzione su un programma CAD), inserita in una simulazione integrata creata con Unity del peso di poco superiore a 300 Mb.
La mappa rappresenta il 3D di alcuni quartieri di New York fra Ground Zero e la Statua della Libertà.
La virtualizzazione adottata è in prima persona, benchè non abbia tarato la dimensione all'altezza di una persona.
In aggiunta ai tasti WASD per muoversi ho inserito i classici Q, E, G con effetti sull'immagine.



Il file dell'ambiente virtuale è stato caricato sull'hosting Altervista.

download dei file da Google Drive

Risultati
L'engine ha problemi noti in Windows XP, specie con gli effetti HDR per mancanza di shader (directx ferme alla versione 9 e shader 2); dato che il supporto Microsoft al sistema operativo termina nel 2014, gli sviluppatori dell'engine non hanno risolto i bug in qualche maniera.
L'ambiente virtuale da circa 300 Mb sull'hoster Altervista non viene scaricato completamente, per cui il player segnala un errore a circa un terzo del download/caricamento della mappa.
Questo problema è dovuto molto probabilmente ad un vincolo sulla dimensione dei file che si possono scaricare dal servizio di hosting, quale regola anti-pirateria.
I medesimi file scaricati da Google Drive ed eseguiti sul computer con un qualsiasi browser (si deve aprire il file web.html con per esempio internet explorer, o firefox, o chrome, maxthon, safari,ecc...) eseguono nel browser l'ambiente virtuale, senza alcuna segnalazione di errore.
L'occupazione di RAM arriva a 2 Gb, per cui serve un computer abbastanza potente che non sia di fascia bassa (in genere computer sopra i 400-500 euro hanno già 4 Gb di RAM).

Qualche considerazione sulla mappa
La deformazione delle strutture più piccole fa pensare che queste siano state rilevate con qualche procedimento non molto accurato (per esempio rilevamento aereo con interferenza).
La mappa non è stata renderizzata nell'engine, ma ha delle texture create da immagini fotografiche; purtroppo le foto utilizzate da Google Map non sono molto accurate, poichè sviluppate con un algoritmo ed in questo caso sono visibili molti errori.
E' impensabile utilizzare questi dati per lavori professionali, a meno che non si tratti di sfondi, ma risulta possibile fare rilevamenti laser accurati o ricostruzioni in CAD a mano con ortofoto quali texture, effetti delle immagini e rendering (con l'engine o con 3dsmax utilizzando Mental Ray o V-Ray).
Dovendo fare un lavoro accurato, chiunque potrebbe andare su un quartiere e scattare le foto delle facciate (da raddrizzare con un programma di grafica) per inserirle nella versione virtuale visitabile.
Elementi secondari quali traffico ed alberi risultano schiacciati a terra; questi elementi secondari, pur insignificanti con una visualizzazione aerea come in Google Earth, quando si passeggia fra gli edifici inducono la sensazione che manchi qualcosa, che l'ambiente sia spoglio rispetto come dovrebbe essere.
La visione dalla cima di qualche edificio invece appare come se si osservasse la città da Google Earth.



giovedì 13 febbraio 2014

Le code lunghe

La coda lunga è un concetto statistico che si considera quando si hanno un certo numero di fenomeni che soddisfano singolarmente un basso numero di eventi, per cui in genere si può considerare l'apporto di ogni singolo fenomeno al di fuori di un trand positivo di crescita.
Tuttavia in campo economico l'insieme dei fenomeni rari che soddisfano un basso numero di eventi, chiamato in gergo "long tail" o coda lunga,  può risultare più proficuo di un singolo trand positivo.
Il concetto si è affermato per il web con il libro The Long Tail di Chris Anderson, redattore capo di Wired.
Se per esempio si prende in considerazione la vendita di un libro, una saga come quella di Harry Potter è costituita da un trand positivo di vendite, dovuto dalla popolarità raggiunta dalla storia nel corso degli anni che ha portato milioni di persone a comprare ogni nuovo capitolo od i precedenti per avere la raccolta completa.
Tuttavia nel mercato della vendita dei libri ci sono anche dei singoli eventi costituiti da lettori che acquistano un singolo libro sconosciuto, anche solo una volta nella vita.
Però questo fenomeno raro per il singolo individuo, moltiplicato per milioni di persone diviene una coda lunga proficua per una rivendita di libri, poichè corrisponde comunque a vendere comunque milioni di copie di un gran numero di libri diversi.
La long tail è proficua se il costo di mantenimento ed archiviazione dei libri è basso, od inferiore al numero di copie vendute, aspetto che rende rilevante la raccolta e lo store online.

Come traslare simili eventi in altri campi? caratteristiche comuni.
  1. singolo evento raro: per esempio la costruzione di un'abitazione o la vendita di un immobile;
  2. sommatoria di eventi rari;
  3. riduzione dei costi;
La costruzione di una prima casa è considerabile come un evento raro, perchè l'immobile ha una vita utile di 50 anni (se un ragazzo di 20 anni se ne comprasse una, ci vivrebbe dentro fino a 70 anni) che soddisfa una famiglia per 35-40 anni.
La sommatoria di eventi rari, porta a concentrarsi più sulla creazione di uno "store" dove si rivolgano un gran numero di utenti, piuttosto che concentrarsi sulla ricerca del singolo "trand positivo" (per esempio un milionario sapiente, come non ne esistono più, che, invece di speculare solo in borsa, dirotta parte dei guadagni anche per la creazione di lavoro reale in Italia).
La riduzione dei costi può essere dovuta ad un miglioramento delle tecnologie od un taglio della forza lavoro (o consumatori di prodotti con lo stipendio che hanno in dote).
Si potrebbe dire che esiste una riduzione dei costi benigna e maligna, una che migliora qualità e produzione ed una che deprime il mercato riducendo la capacità d'acquisto.

domenica 2 febbraio 2014

White hat, gray hat, black hat

I SEO, acronimo di Search Engine Optimization, sono di fatto venditori esperti di posizionamento di siti web, tecniche di pubblicizzazione di negozi online sui motori di ricerca.
I SEM, acronimo di Search Engine Marketing, sono del tutto analoghi ai SEO, ma indicano la capacità del venditore di pubblicizzare e vendere prodotti aziendali nel web attirando nuovi flussi di clienti, o valutarne l'efficacia prima della messa in produzione.

SEO e SEM, sono figure professionali sorte relativamente di recente, grazie all'esplosione del web, su cui stanno puntando organismi come Unimpresa e varie aziende.

Qualsiasi contributo che porti lavoro ad un'impresa è tendenzialmente ben accetto, specie laddove si sommino nuove fonti di vendita alle preesistenti, in genere costituite dal passaparola fra clienti ed i loro amici.
Il brand SEO, derivante da una serie di strumenti disponibili in rete ed intuizioni sul comportamento di internet o degli internauti, è in fase di sviluppo, ma senza una vera e propria trattazione scientifica od universitaria.
Al momento si passa dal sapiente uso di strumenti come Adwords e Google Trand, alle gare di posizionamento di parole inesistenti nei motori di ricerca, dall'uso di tecniche di relink e parole chiave, a figure professionali pagate solo per stare davanti un computer a controllare che determinati termini siano posizionati fra i primi in un certo numero di motori di ricerca (quest'ultima lascia allibito anche me).
Per questo chi si presenta come conoscitore di tecniche SEO può essere qualcuno con alle spalle varie esperienze di posizionamento d'aziende nel web, come anche un novizio che ha seguito uno dei tanti corsi da 100 euro offerti online in schemi piramidali di network marketing che popolano la materia.



Una classificazione alquanto curiosa dell'esperto in SEO è la descrizione della sua attività con un cappello: cappello bianco (white hat); cappello grigio (gray hat); cappello nero (black hat).
Il colore del cappello dal bianco al nero indica il grado di sporcatura del SEO nell'utilizzare tecniche scorrette, che possono andare dal semplice fare pubblicità negativa di un prodotto concorrente, fino all'utilizzare veri e propri schemi di spam, dall'uso di strumenti legali/illegali nel web, alla pubblicizzazione di schemi ponzi con sfruttamento del network marketing che premiano proprio il venditore SEO quasi in cima alla piramide.
La classificazione per cappelli non è nuova, deriva dal mondo degli hacker, benchè sia improprio accostare questi due figure del web.
Il conoscitore di SEO e SEM cerca di vendere un prodotto, mentre un hacker tendenzialmente vorrebbe un web con conoscenze gratuite.
I primi esaltano la propria figura professionale, sostengono quelle forme di anagrafe degli internauti della rete che vanno sotto il nome di social network, il secondo preferisce l'anonimato in rete per avere maggiore libertà di azione, pensiero e parola.
I primi cercano di realizzare pagine html ben posizionate per adescare clienti, i secondi spesso usano linguaggi e tecniche per risultare invisibili nella rete.

In realtà oltre a queste figure esperte dell'universo internet, si deve aggiungere un altro conoscitore della rete, i cui intenti differiscono dai precedenti: il giornalista SEO.
Indico questa figura con il termine giornalista, solo perchè tende a raccogliere informazioni come azione prioritaria.
Il "giornalista SEO" è una figura capace di sfruttare conoscenze SEO per accedere alle informazioni più preziose celate nei meandri della galassia internet, dove i motori di ricerca con una database capace di descrivere una rete possono essere paragonati ad un sistema di teletrasporto da un pianeta (sito web) all'altro.
Le informazioni in internet spesso sono invisibili, disomogenee, difficilmente raggiungibili, ed in molti casi rare e preziose.
Per esempio video rari e di notevole importanza possono essere pubblicati in siti fra i più conosciuti, come youtube, ma essendo diluiti fra milioni di video simili risultano celati ai più, quasi nascosti.
Il motore di ricerca in molti casi ha il link a tali informazioni, ma viene richiamato solo con determinate parole chiave, ed appare fra milioni d'altri risultati.
 
HOBL photo vlcsnap-2014-01-29-17h02m25s7_zpsea57b1e8.png
I database sono un'altra ricchezza di internet, possono essere scoperti o costruiti, per archiviarvi informazioni utili per il giornalista SEO, od anche per l'azienda.

L'informazione in senso generico è quell'insieme di conoscenze che permettono di non compiere errori di vario genere, permettono di valutare in modo completo una risorsa e di prevedere il futuro in modo corretto.
Avere informazioni esclusive può distinguere un'azienda rispetto le concorrenti, un po' come la lotta per i brevetti.
Purtroppo in Italia si sottovaluta questo aspetto, preferendo più un sistema a mercato perfetto con aziende ON-OFF (apri e chiudi), che non valorizzano la capacità di crescita con acquisizione di informazioni e ricerca, o con diversificazione dell'attività e dei proventi.